Vai al contenuto

"La casa della fatina" e la campanula.

Benvenuti a Radio Crimy con la terza puntata della rubrica “erbe, strane storie e benessere”, in cui vi parlerò di favole, di magia della vita e dell’amore verso questo meraviglioso pianeta.

Io sono Gina Marcantonini, tata, sognatrice e scrittrice di libri per bambini.

Oggi vi leggerò una dolce favola dedicata ai bimbi più piccoli e a tutti i sognatori come me, “La casa della fatina”, per poi parlarvi del fiore che, per eccellenza, attrae le fate: la campanula.

 

…….

 

Era mattino presto. I primi raggi di sole si affacciavano, mentre le stelle ancora si attardavano a salutare l’imminente arrivo del giorno.

Sugli alberi i primi uccellini già festeggiavano la nascita di una nuova serena giornata, mentre nel prato i fiorellini ancora sonnecchiavano nell’attesa di un po’ di tepore solare. Le formichine cercavano cibo, il ragnetto sistemava la sua tela, lo scoiattolo raccoglieva ghiande e così via, come sempre.

Pian piano la natura si animava offrendo a occhi attenti uno spettacolo ineguagliabile.

D’un tratto in lontananza un luccichio avrebbe attratto l’attenzione di un acuto osservatore, che si sarebbe incuriosito chiedendosi cosa fosse nella speranza che, la fonte da cui proveniva la luce, si mostrasse e si avvicinasse. Il brillio sembrava attardarsi un paio di secondi sopra a ogni fiore che subito dopo, come per magia, si schiudeva.

Con grande stupore e meraviglia negli occhi, il nostro ipotetico osservatore, avrebbe avuto la fortuna di contemplare uno dei tanti miracoli della natura, in cui l’uomo ancora non riusciva a credere. Quella che, infatti, si sarebbe mostrata ai suoi occhi, era una fatina dei fiori che, come ogni mattina da tempo immemorabile, incitava i giovani boccioli a schiudersi recitando una dolce formula:

 

Apriti, oh fiore

col tuo splendore.

Dona la vita

con tanto amore.

 

La mole del suo lavoro, in effetti, era molto di più di quel che si poteva vedere. Oltre a far aprire i nuovi fiori, lei aiutava a far nascere le giovani fatine, che avrebbero contribuito all’aumento numerico di questo popolo così importante, per l’equilibrio del cosmo e della stessa umanità.

Molti non ci credono ma, per esempio, chi secondo voi protegge i bimbi quando cadono? Chi permette al fuoco di vivere ore e ore nelle braci? Chi crea il canto dei ruscelli e i colori dell’arcobaleno?

Si potrebbero scrivere pagine e pagine sui loro innumerevoli compiti.

Purtroppo il numero di questi esseri dalle tante sfaccettature, diminuisce di giorno in giorno per diversi motivi: l’inquinamento, la moria dei fiori, la siccità e, per non parlare delle molteplici sparizioni dovute al fatto che la maggior parte delle persone, non crede nella loro esistenza. Pochi, infatti, sanno che ogni volta che qualcuno dice apertamente di non credere nelle fate, da qualche parte nel mondo un piccolo essere alato, cade a terra morto stecchito.

Molto più importante è quindi, il compito della nostra fatina dei fiori, che si prende cura di piccoli boccioli, poiché sono il nido delle fate neonate. Lunga e faticosa è la sua giornata, in cui svolge il suo compito senza perdere mai la gioia e il sorriso.

Solo durante le ore più calde, può prendersi una breve pausa, magari gustandosi un po’ di nettare e cullandosi sui petali di un fiore profumato.

Poco prima del tramonto, il suo lavoro riprende frenetico per dare il segnale ai fiori di iniziare il loro riposo notturno, dando così anche un riparo sicuro alle fate cucciole e a lei stessa.

La formula che usa è questa:

 

Riposa dolce fiore

ti saluto con calore.

 

Alla fine della giornata, anche lei sceglie un comodo bocciolo, in cui rintanarsi al caldo per la notte.

L’acuto e ipotetico osservatore, avrebbe d’ora in poi compreso l’importanza di rispettare i fiori durante le sue lunghe passeggiate. Come potrebbe, infatti, sapere se proprio quello da lui calpestato o raccolto non fosse proprio la casa della fatina?

 

…….

 

Vi è piaciuta questa storia? Se volete conoscere le altre che fanno parte della stessa raccolta “Fiabe sonnacchiose, cercatele su Amazon.

Ora prima di parlarvi delle amate campanelle, voglio raccontarvi che ho inventato questa breve storiella per richiamare l’attenzione dei miei bimbi sulla bellezza dei piccoli fiori che spesso calpestiamo passeggiando tra i prati, cercando di scoprirne le meraviglie e, perché no, la magia. Prendetemi per pazza, ma per me la realtà è formata da mille sfaccettature che vanno ben oltre la materia solida e, del resto, come dice la fisica quantistica, tutto è Energia. Da qui a immaginarsi una dolce fatina che, man mano che i raggi del sole dell’alba, iniziano ad illuminare i giovani boccioli che si svegliano al suo tocco, è un attimo per chi ha un minimo di fantasia.

Ecco quindi che vi presento la pianta di questa puntata: la campanula.

Dai tipici fiorellini a forma di campanella, con colori che variano dal bianco al viola, dal rosa al blu intenso, si dice che siano tra le piante preferite dalle fatine, perché attratte dal loro danzare ad ogni alito di vento.

Ne esistono oltre 300 specie che valorizzano i nostri prati, sia che abbiano terreni ricchi di sostanze nutritive o poveri, spesso considerate per questo delle piante pioniere, sia che ci troviamo nelle vallate, in pianura o in montagna. Le possiamo ammirare in tutta la loro bellezza, soprattutto in Europa, da maggio a settembre, quando, ai primi aliti di vento, dondolano facendo sognare gli spiriti liberi.

Alcune specie hanno numerose proprietà, ma attualmente la gente sembra averle dimenticate. Sapete ad esempio che, soprattutto la campanula rapunculus, chiamata anche raperonzolo, ha proprietà astringenti, diuretiche, digestive e lassative? In passato veniva anche usata in cucina, per gustose insalate, e per curare le verruche, ma vi consiglio di rivolgervi ad un fidato erborista per modalità e quantità d’uso se volete assumerle a scopo curativo.

Se invece, volete usarle in cucina, cercate innanzitutto di approcciarvi alla raccolta con la solita prudenza e tutto il rispetto che queste piante meravigliose meritano, studiandone l’identificazione e i periodi di raccolta con cura. Poi non dimenticate di ringraziare le erbette del buon raccolto.

Tutta la pianta è commestibile, ma sono preferibili le piante giovani non ancora fiorite. Le foglie aggiungono un tocco di sapore all’insalata mentre le radici sono totalmente senza amidi e quindi utilizzabili anche dai diabetici.

Eccoci giunti anche oggi alla fine di questa rubrica. Se vi è piaciuta, continuate a seguire Radio Crimy.

Ciao a tutti.

P.s. Se volete ascoltare la mia voce cliccate su questo link https://www.listennotes.com/podcasts/radio-crimy/parole-vaganti-wJZVk5L3zW0/ . Oltre alla mia rubrica, vi troverete altri interventi e rubriche interessanti.

Se, invece, volete dare uno sguardo al mio libro potete farlo qui

https://www.amazon.it/s?k=fiabe+sonnacchiose+di+gina+marcantonini&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=3K7YX8MXXDQQW&sprefix=fiabe+sonnachio%2Caps%2C167&ref=nb_sb_ss_sc_1_15

1 commento su “La casa della fatina e la campanula”

Lascia un commento

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: