Il rifugio degli animali e il pino.
Benvenuti a Radio Crimy con l’ottava puntata della rubrica “erbe, strane storie e benessere”, in cui vi parlerò di favole, di magia della vita e dell’amore verso questo meraviglioso pianeta.
Ormai avrete capito che sono Gina Marcantonini, tata, sognatrice e scrittrice di libri per bambini, oggi vi leggerò la mia favola “Il rifugio degli animali” che per questa volta collegherò con un albero invece che con un’erba: Il pino. Il motivo di questa scelta lo scoprirete fra poco.
…
In un tempo vicino e lontano c’era un luogo segreto conosciuto solo dagli animali della foresta. In questo rifugio nessuno poteva trovarli, nessuno poteva fargli del male, nessuno era superiore agli altri. Normalmente era usato solo per sporadiche riunioni indette dal “Consiglio degli Animali” o in occasione di particolari avvenimenti naturali.
La sua entrata era talmente visibile, dall’essere del tutto nascosta. Senza saper dove guardare, infatti, non si distingueva dal resto del bosco.
Tanto più senza conoscere l’esistenza degli alberi cosmici: nati direttamente da Madre Terra, sono creature sagge e custodi di arcani saperi. Anticamente, quando gli uomini ancora pensavano di far parte del cosmo, e non di esserne superiori, anche loro conoscevano gran parte dei segreti custoditi dai patriarchi del mondo: questo fino a quando si sono convinti di non averne più bisogno. Così ai giorni nostri, di quella sapienza, non ci rimangono altro che vaghe leggende a cui quasi nessuno crede più.
Era l’alba di un nuovo giorno. I primi raggi di sole facevano capolino dai monti dietro la foresta e il cielo era libero da nuvole. Così un gruppo di ragazzini poco meno che adolescenti, ebbe il permesso dai genitori di fare una bella scampagnata tutti insieme tra i sentieri molto ben conosciuti, che avevano più volte già visitato.
Il loro programma era di fare alcune tappe tra le meraviglie della natura incontaminata. Prevedevano di andare a pesca vicino alla “Cascata del Castoro”, di raccogliere giuggiole, mirtilli e corbezzoli, di essere per l’ora di pranzo nel prato fiorito accanto a un’ampia ansa, in cui il ruscello scorreva tranquillo, fare il bagno, pranzare, per poi ridiscendere le colline e tornare a casa prima di cena.
Tutto andò secondo i piani fino all’ora di pranzo. Mentre mangiavano, alcune nuvole nere invasero velocemente minacciose il cielo. Ancor prima che i ragazzi si riavessero dalle risate delle loro chiacchierate, iniziò a soffiare un vento gelido e a piovere come se tutti i rubinetti del cielo si fossero aperti contemporaneamente.
Il tempo di capire cosa stava succedendo che erano già tutti zuppi fradici. Alcuni di loro avrebbero voluto prendere le loro cose ma riuscirono a malapena a raccogliere in fretta gli zainetti lasciando tutto il resto a terra nel prato.
Veniva giù talmente tanta acqua, che era difficile persino vedere, dove si andava. Così i ragazzi corsero tra gli alberi per ripararsi pensando fosse solo un acquazzone estivo e che quindi sarebbero tornati di lì a breve a riprendere il resto. Il temporale però, non aveva intenzione di finire in fretta. Il cielo la buttava giù a secchiate talmente abbondanti, che persino la vegetazione più fitta li riparava poco. Successe allora che, continuando a correre a perdifiato per cercare un riparo, non badarono alla direzione presa.
Senza rendersene conto, persero l’orientamento fino a ritrovarsi in luoghi a loro del tutto sconosciuti.
Inoltrandosi sempre di più nella foresta, arrivarono finalmente dove le chiome degli alberi erano così fitte dal dare più riparo, permettere ai compagni di avventura di guardarsi intorno e capire che non avevano idea di dove si trovassero. Era già un miracolo non essersi divisi.
Si resero conto di esser bagnati come pulcini e graffiati in più punti del corpo per aver attraversato velocemente gli arbusti. Ormai inoltre si stava facendo buio e non gli rimaneva altra possibilità, che passare la notte lì dov’erano. Bastava anche togliere le foglie bagnate in superficie tra le grandi radici di un albero, mettersi vicini l’un l’altro, per trovare un po’ di tepore e cercare di riprendere le energie per l’indomani, in cui avrebbero deciso il da farsi.
Il mattino successivo si svegliarono tutti ben riposati e appena aprirono gli occhi, non credettero a ciò che videro. Tutt’intorno a loro era pieno di animali di ogni grandezza, accucciati e vicini, come a proteggersi: c’erano cervi, scoiattoli, volpi, topolini, ricci, orsi, lupi e lepri.
Sembravano andar d’amore e d’accordo come se qualcosa di più forte della fame e dell’istinto, li avesse guidati e uniti in quel luogo, che sembrava magico: perfino gli alberi avevano un aspetto diverso perché intorno a loro un’aura luminosa risplendeva appena e li faceva sembrare più vivi. I ragazzi si accorsero di avere i vestiti asciutti e le loro ferite erano state curate.
Non capendo assolutamente cosa fosse accaduto, ma sapendo di dover tornare a casa prima possibile per non far preoccupare i genitori, decisero che era ora di cercare la strada del ritorno. Non appena provarono ad alzarsi, però, una voce profonda li fermò in modo perentorio.
«Dove pensate di andare?» Gli chiese.
I ragazzi impauriti sbiancarono, non capendo esattamente quanto quella situazione fosse reale o frutto della loro fantasia. Il più audace spiegò che dovevano affrettarsi, se non volevano prendere sgridate dai papà e far morire di preoccupazione le mamme.
«Capisco» disse allora la voce. «Ma fuori ancora piove tanto e forte e, rischiereste la vita più di quanto non abbiate già fatto.»
«Ma se c’è il sole!» esclamò allora il ragazzo guardando e indicando il cielo luminoso tra le grandi fronde degli alberi.
«Quel che vedi NON è il cielo.», disse ancora la voce. «Voi siete all’interno dell’albero Cosmico, custode di questa foresta!» Poi, notando le facce incredule e meravigliate dei ragazzi aggiunse: «Siete nel posto più segreto di tutto il bosco. Viene usato dagli animali come rifugio in momenti di pericolo o per altre situazioni particolari. Mai e poi mai, né ora né in futuro, dovrete rivelare la sua posizione. Se lo farete, perderete totalmente la memoria.»
…
Come finirà questa storia? Per scoprirlo la potete trovare nel mio libro Fiabe Sonnacchiose ordinabile su Amazon, sia in formato cartaceo che digitale, e anche in tutte le librerie italiane.
In questa storia avete sentito nominare un albero cosmico. Questi alberi sono storicamente rappresentati in tutte le più grandi civiltà antiche, tra cui i Greci, i Romani, i Celti e perfino i Cinesi, come alberi sacri per la loro longevità e proprietà medicamentose e magiche, e per questo collegati alle divinità.
Se cercate in rete, potrete trovare molti articoli con elenchi dettagliati di queste meravigliose creature che proteggono il pianeta da sempre, aiutandosi tra loro e donando anche a noi, esseri inconsapevoli, amore e benessere. Come esempio posso citarvi Yggrdrasil per i Celti, l’Olivo per l’Islam, la Quercia e il fico per i Greci, ma ce ne sono davvero molti altri.
Fu proprio mentre studiavo affascinata le storie e le leggende di questi esseri incredibili che ho avuto l’idea per questo raccontino. Mentre lo scrivevo, immaginavo i ragazzi e gli animali rifugiarsi in un gigantesco Pino che, nascosto nella parte più interna della foresta, accoglieva e proteggeva chiunque ne avesse bisogno.
L’uomo fin dall’antichità ha imparato a conoscere bene le proprietà di quest’albero stupendo, da sempre simbolo d’immortalità perché è un sempreverde, ma anche di morte perché se tagliato non ricresce.
Da oriente a occidente i popoli conoscono anche le molteplici proprietà delle oltre settanta specie di Pino, tra cui quelle balsamiche, antisettiche, espettoranti, antidolorifiche, reumatiche, antinfiammatorie e rinvigorenti, per contrastare i calcoli biliari, il muco nelle urine, l’avvelenamento da fosforo, le ustioni di primo e secondo grado, l’orticaria e gli eczemi, la scabbia e l’assideramento. Per l’uso si consiglia la tisana fatta con le gemme con cui si può anche fare lo sciroppo o la tintura madre.
Anche l’olio essenziale può essere usato sia internamente che esternamente per suffumigi o massaggi, ma per le dosi, per eventuali effetti collaterali o precauzioni d’uso, consiglio sempre di consultare uno specialista.
Per la raccolta delle gemme, il periodo migliore è tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate e, come al solito, raccomando la massima prudenza nell’identificazione della specie e nel rispetto mentre le staccate dai rami ruotandole.
Ringraziare l’albero per questi suoi doni e lasciare tutto l’ambiente pulito come lo avete trovato, credo sia il minimo per poter tornare anno dopo anno a raccoglierne.
Leggende popolari indicano l’uso degli aghi di pino per allontanare gli spiriti maligni e respingere le fatture rimandandole al mittente. La corteccia o i giovani rametti vengono bruciati per purificare l’aria dei luoghi in cui sono ospitati i malati, mentre le pigne si usano per favorire la fertilità.
Per finire non posso evitare di rivelarvi che esistono tante altre leggende riguardanti il Pino, ma che, dato che siamo in vista del natale, quella che mi sembra si avvicini di più al mio racconto è questa che leggerete fra poco. Si narra che, mentre Giuseppe cercava un rifugio per Maria durante la follia del Re Giudeo Erode, che voleva uccidere tutti i bambini, iniziò a nevicare. Maria, trovandosi all’aperto, cercò di ripararsi sotto un pino che, resosi conto di ciò che stava succedendo, allargò più che poté le sue fronde. Per questo da allora rimane anche come simbolo di questa festività ricca di storia e simbologia.
Anche questa puntata si è conclusa e spero vi sia piaciuta. Detto questo vi auguro una splendida giornata di raccolte, magia e salute.
Ciao ciao!
P.S. Se volete ascoltare la mia voce, cliccate su questo link. In questa puntata troverete storie di horror e la mia rubrica verso la metà dell’episodio.
https://anchor.fm/il-mondo-di-crimy-art
P.p.s ERRATA CORRIGE: mi sono accorta solo a posteriori che nell’audio c’è un errore. Viene menzionato l’imperatore romano come artefice dell’ordine per la “Strage degli innocenti”, quando invece è stato il Re Erode. Particolare poi corretto su questo articolo.
Chiedo scusa per la svista e spero che vi piaccia lo stesso.
Con affetto.
Gina
Bellissimo 🙏
Grazie 😊
Grazie!
Bravissima
Grazie 🤗
Grazie!
Ho letto la favola con piacere. Complimenti, lei è proprio brava
Grazie 😊
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