"La bimba e il drago" e il dragoncello.
Benvenuti a Radio Crimy con la settima puntata della rubrica “erbe, strane storie e benessere”, in cui vi parlerò di favole, di magia della vita e dell’amore verso questo meraviglioso pianeta.
Io sono Gina Marcantonini, tata, sognatrice e scrittrice di libri per bambini, oggi vi leggerò la mia favola “La bimba e il drago” per poi collegarla con il Dragoncello, erba aromatica tanto utile in cucina, quanto in diversi problemi di salute.
…
C’era una volta chissà
in un mondo un po’ più in là,
una bimba dagli occhi sognanti
che sembravano diamanti.
Sembrava che vedesse sempre qualcosa più degli altri.
Era un mondo strano, dove la gente voleva essere tutta uguale.
C’era chi per moda spendeva follie e chi si tagliuzzava il corpo per assomigliare a un personaggio famoso.
C’era chi faceva giorni di fila per comprare un oggetto e chi smetteva di mangiare pur di indossare un vestito nuovo.
C’era chi amava il caos della città e poi c’era…
Poi c’era lei, cresciuta nella solitudine di mille e mille amici immaginari per gli altri, ma reali più che mai per pochi. Uno si chiamava Sole, uno Vento, uno Noce, uno Grigetto.
C’erano i colori che non la abbandonavano mai e c’erano gli altri che la volevano normale. Lei, però, proprio non ci riusciva.
Aveva anche provato a cambiare, ma si era accorta appena in tempo, che per farlo stava morendo. Così era rinata a sé stessa.
C’erano poi i desideri e i sogni e la nostalgia di altri amici, che non erano vicini a lei, ma che desiderava ardentemente ritrovare.
Vivevano in terre lontane, troppo distanti per una piccina come lei.
Alcune volte però, riusciva lo stesso a parlarci e a giocarci. Questi incontri avvenivano in un luogo magico chiamato da alcuni “sogno” e da altri “mondo astrale”. Soltanto lì la bimba era libera davvero: libera dalle prigionie di una vita finta che non le apparteneva. Solo lì faceva viaggi di un anno in una notte. Solamente lì tutte le sue stranezze erano normali.
La bimba crebbe, divenne donna, ma portò con sé tesori immensi. Una ricchezza invidiabile dai re e dai potenti, se solo costoro ne avessero potuto capire l’autentico valore. Erano i suoi sogni che brillavano come pietre preziose. Uno assomigliava a un diamante e si chiamava Sincerità. Un altro sembrava un rubino e si chiamava Amore. Poi ve n’erano altri e poi c’era lui, il più scuro di tutti, ma non per questo meno lucente. Questo sogno per molti era spaventoso, perché la maggioranza delle persone lo avevano giudicato male. Come del resto, avevano fatto così spesso anche con la bimba, che ormai non ci faceva più caso.
Costui aveva fauci, che però usava per sorridere. Aveva anche corni e coda a punta, che usava solo per difendersi e mai per attaccare. Era chiamato da tutti Drago. Quel nome terrorizzava molti, ma non lei, che lo considerava una dolce melodia di un tempo lontano, forse passato e forse futuro. In ogni caso, ogni volta che la donna ripensava a questo amico, tornava bambina. Una bimba guerriera, che non aveva mai smesso di lottare e di credere nei suoi sogni. La donna invecchiò, ma solo esternamente. Un giorno, proprio per il suo coraggio nel non smettere mai di credere e lottare per ciò in cui credeva, il fato decise di premiarla e di restituirle i suoi sogni. La vecchina tornò bambina e poté per l’eternità giocare con gli amici di sempre: l’indiano e il fauno, il sole e la luna, gli alberi profumati e fiori dai mille colori. C’erano tutti, proprio tutti, in un girotondo infinito di gioia e sincerità.
C’era anche lui, maestoso come sempre che a ogni passo faceva ballare tutti, ma con delicatezza.
C’era poi la cosa più straordinaria di tutte: in quel mondo chiunque era il benvenuto.
…
Forse avrete capito che il drago è il mio animale mitologico preferito, da sempre per me, simbolo di maestosità e saggezza. La bimba di questa breve fiaba è una sfaccettatura di me stessa che, in compagnia di tutti i suoi amici, cammina sempre con un piede in terra, uno sulle nuvole e il naso nell’universo.
Come il drago della mia storia ha origini un po’ orientali, anche l’erba che porta il nome simile ha origini asiatiche e proviene dalla Russia. Qualcuno afferma che sia stato importato nel primo medioevo da Carlo Magno e coltivato per la prima volta in Italia nell’abbazia di Sant’Antimo, in toscana. Conosciuto in alcune regioni anche con il nome di artemisia, estragone, erba dragona, serpentaria, dragone e tragone, ne esistono ben tre varietà, quello francese, quello messicano e quello russo che si differenziano per gusto, grandezza dell’arbusto e resistenza.
In cucina, sia fresco che congelato o essiccato, è molto versatile ed è usato nella preparazione di salse e insalate, torte salate e ripieni, per la preparazione di ghiaccio, burro, olio, aceto e panna aromatizzati.
In medicina naturale, il dragoncello era conosciuto fin dall’antichità e usato sotto forma d’infuso per combattere problemi digestivi e di meteorismo, di glicemia alta, d’insonnia, di mal di denti, di nervosismo, come antisettico, diuretico e antinfiammatorio, come sostituto del sale e stimolante dell’appetito e anche per ristabilire il flusso mestruale.
Per il dosaggio raccomando sempre di consultare uno specialista, mentre ne è sconsigliato l’uso in gravidanza perché può avere effetti abortivi.
Quest’erba si può trovare soprattutto coltivata, ma in alcune regioni cresce anche spontanea, motivo in più per evitare di raccoglierne troppa se ci capita di trovarne. Non finirò mai di raccomandarvi di usare il massimo rispetto delle piantine che si offrono per la vostra raccolta e di tutto l’ambiente in cui vi introducete.
Per finire in bellezza questa puntata, voglio raccontarvi che esiste anche una dolcissima leggenda su questa erba che racconta il periodo durante l’occupazione napoleonica in cui una ragazza s’innamorò follemente di un cavaliere dragone. Un giorno, mentre l’uomo sgrullava i suoi stivali, fece cadere inavvertitamente dei semini nel vaso della ragazza, che era al piano di sotto, da cui nacquero delle piantine speciali, simbolo del loro amore.
P.s. Per ascoltare la mia voce cliccate su questo link
https://anchor.fm/il-mondo-di-crimy-art/episodes/Intensi-e19qhf4
Ora, ringraziandovi per avermi ascoltata, vi auguro una buona giornata e un a risentirci nella prossima puntata.