"Il sole, la luna, gli gnomi" e l'Iperico.
Dal 9 settembre ho iniziato a curare una rubrica su “Radio Crimy” in cui si parlerà di benessere, di valori umani, di arte e di rispetto per la vita. Quì vi lascio il testo, ma se volete ascoltare la mia voce, cliccate sul link in fondo alla pagina.
Benvenuti a Radio Creamy con la seconda puntata della rubrica “erbe, strane storie e benessere”, in cui vi parlerò di favole, di magia della vita e dell’amore verso questo meraviglioso pianeta.
Io sono Gina Marcantonini, tata, sognatrice e scrittrice di libri per bambini.
In occasione del secondo giorno di autunno, colgo il momento per augurarvi un bellissimo inizio di stagione.
Per chi non lo sapesse, o per chi non lo ricorda, all’inizio delle terza decade di settembre, che quest’anno coincide con gli scorsi 21 e 22 settembre, accade che la lunghezza del giorno e della notte sono uguali, concetto che si riassume con la parola Equinozio, derivante dal latino aequinoctium.
Proprio in questo giorno, ho deciso di leggervi un brano tratto da una favola in cui i protagonisti sono i nostri due amici del cielo, che s’intitola “La luna, il sole e gli gnomi”, per poi collegarla con un’erba meravigliosa e dalle molte proprietà benefiche, che negli ultimi anni sta diventando di moda: l’iperico.
«C’era una volta tanto, tanto, ma tanto tempo fa, un paese interamente coperto di boschi, dove grandi e saggi alberi secolari, come pini, abeti, betulle e querce, ma anche arbusti come mimosa, mirtillo, acacia, ribes, erica e rosa canina, riempivano e impreziosivano il terreno di odori, profumi e sapori.
Nel più completo rispetto della natura e di tutti gli esseri, viventi e non viventi, abitavano questo luogo un buon numero di gnomi dal cappello a punta.
I paffuti amici, amavano molto la foresta in cui vivevano. Per questo stavano molto attenti a non danneggiare, rompere o far del male a nessuna creatura, vegetale, animale o roccia, che incontravano durante le loro lunghe passeggiate ed esplorazioni.
Le abitazioni, invisibili a un occhio che non sapesse dove guardare, erano costruite sempre con legna raccolta, e mai tagliata, dagli alberi. Il loro arredamento era essenziale e minimale, grazioso ed elegante, ma non sfarzoso.
Intarsi raffiguranti fiori, alberi e animali rendevano gli ambienti piacevoli e allegri.
I vestiti, e tutte le stoffe necessarie alla biancheria della casa, erano intessute con fili ricavati da erbe e colorati con gli estratti di frutti selvatici e pietre, che la natura offriva generosa.
Le famiglie erano molto unite e i figli, crescendo, difficilmente andavano ad abitare molto lontano da parenti e amici. Quando succedeva, era solo per non gravare troppo sull’ambiente naturale, che li ospitava, muovendosi comunque in gruppi composti da almeno un paio di famiglie.
Spesso le case erano comunicanti per facilitare le frequenti riunioni e feste, che avvenivano per celebrare anche il più semplice degli eventi.
Un giorno Madre Natura, sembrava voler alimentare, molto più generosamente del solito, le numerose sorgenti del luogo. Insieme alla pioggia però caddero, più abbondanti del normale, anche i fulmini. Raramente facevano grandi danni, ma stavolta, fu colpito molto duramente uno degli alberi più grandi e vecchi di tutta la foresta che venne abbattuto dal violento fulmine.
Quante storie aveva visto e raccontato quell’antico faggio?! Quanta magia aveva diffuso dalle sue fronde. Quanti abitanti aveva ospitato.
La sua generosità fu tanto grande da non finire neanche con la sua morte. Forse, però, era arrivato il momento per lui di salutare tutti, ma non sarebbe stato un vero addio, perché il suo ricordo sarebbe rimasto per sempre nei cuori di chi lo aveva conosciuto.
La sua caduta, fu in ogni caso una benedizione, quasi quanto lo era stata la sua vita, perché il suo legno fu di grande utilità ai molti abitanti del bosco che lo ringraziarono con calore, affetto e riconoscenza.
Proprio grazie a quell’usanza, la grande radura che si formò, divenne anche meta di riunioni sia diurne che notturne.
All’inizio si narrarono le storie avvenute sotto le fronde dell’albero.
Con il tempo, invece, piccoli gruppi presero l’abitudine, quando il tempo lo permetteva, di godersi il calore solare del giorno, e la bellezza della luna di notte.
In quei raduni, gli gnomi iniziarono a parlare di temi, che non erano usuali per la loro vita, da sempre passata sotto le fitte chiome degli alberi.
Le osservazioni sui due protagonisti del cielo, si fecero sempre più interessanti, tanto che anche molti animali iniziarono ad ascoltare i vari discorsi e le diverse teorie, che germogliavano dalle menti vivaci degli gnomi.
La stessa cosa fecero i protagonisti delle loro discussioni, sempre più interessati ai ragionamenti e alle conclusioni, che ricavavano dalle osservazioni del cielo.
Dovete sapere che a quei tempi, il sole e la luna non brillavano mai insieme, ma si scambiavano il posto l’uno con l’altro, come in un accordo perfetto tra amici di vecchia data.
Questa cosa, iniziava a pesar loro specialmente in questo periodo, in cui erano i soggetti di riflessioni così coinvolgenti, perché non potevano rispondere. Sarebbe veramente tanto piaciuto loro poter parlare con qualcuno di quegli argomenti, e poter esprimere la propria opinione.
Una notte la luna, mentre aveva quasi finito il suo lavoro nel cielo, distratta come spesso accadeva negli ultimi tempi dalle discussioni degli gnomi, notò un raggio di sole spuntare a est. Così cercò di richiamare, anche se inutilmente, l’attenzione del suo amico che però era troppo lontano e non la capì.
Decise che doveva fare qualcosa perché la sua necessità di dialogare con qualcuno era sempre più urgente. Iniziò ad arrivare nella sua mente l’idea di chiedere aiuto agli unici esseri, che potevano capire e rispondere alla sua richiesta: gli gnomi.
Come posso comunicare loro, però, il mio bisogno? pensò.
Cercò di brillare di più, ma invano. Tentò di parlare con loro, alzando la voce più che poteva, ma era troppo delicata per riuscire a raggiungere le loro piccole orecchie.
La risposta arrivò in una notte, in cui, in tutta la sua pienezza, illuminava la radura, dove ancora una volta gli gnomi si radunarono.
Era talmente assorta nell’ascoltarli, che non si accorse del piccolo numero di quegli ometti, che si era distratto dalla discussione, avendo notato la sua faccia seria. Poco dopo richiamarono l’attenzione degli altri sul viso della luna e subito iniziò un nuovo discorso sul significato della sua espressione.
Rimasero all’istante quasi tutti d’accordo, che la luna fosse preoccupata per qualcosa. Il satellite fu immediatamente super felice che si fossero accorti delle sue emozioni, avendo capito che poteva usarle per comunicare il suo desiderio.
Si mise così d’impegno e, all’avvicinarsi dell’alba, si girò guardando a est con l’espressione più triste, che riuscì a fare. Gli gnomi capirono immediatamente che qualcosa la inquietava ma non ne capirono subito il motivo.
Alcuni di loro pensarono che fosse triste, perché doveva lasciare il posto al sole. Altri, invece, non ne erano per nulla convinti.
La luna non si arrese e continuò con le sue espressioni facciali. Dopo un paio di notti passate a discutere, uno gnomo pensò che forse la soluzione migliore fosse domandare direttamente a lei il motivo della sua tristezza.
Le chiesero di sorridere se era vero ciò che affermavano, oppure di fare la faccia seria in caso non lo fosse. Iniziarono le richieste.
«Cara Luna» domandò per primo uno gnomo dal rosso cappello. «Hai voglia di rispondere alle nostre domande?»
Il satellite fece un bel sorriso.»
….
Ecco, credo che per oggi sia sufficiente.
Se volete sapere come finisce, non vi resta che leggerla nel mio libro “Fiabe sonnacchiose” che potete trovare su Amazon.
Ora, prima di raccontarvi proprietà e curiosità dell’Iperico, voglio svelarvi il segreto che mi ha spinto a scrivere questa favola. L’idea è nata in un periodo in cui stavo un po’ più spesso del solito, col naso all’insù ad osservare il cielo. Già da anni avevo notato che la luna sorgeva ogni giorno a orari diversi, ma erano rari quelli in cui restava lassù in presenza del nostro meraviglioso astro. Un momento di pura magia, poi, avviene quando il sole sorge ad est mentre la luna ci saluta ad ovest. Fu per spiegare ai miei bimbi questo loro movimento, come fosse un bellissimo balletto, che inventai quel racconto.
Solo più tardi, con l’avvento di internet, scoprii che anche altri autori ci avevano già provato.
Nella scorsa puntata vi avevo parlato di una delle erbe che, nella tradizione popolare, è legata alla luna, così oggi, al contrario, vi racconterò di una connessa al nostro sole. Chiamata anche cacciadiavoli, erba dell’olio rosso, pilatro, balsana o erba di San Giovanni, la leggenda narra che l’iperico sia nato dal sangue di Prometeo, dopo esser stato punito per aver donato il fuoco agli uomini, poi associato dal Cristianesimo a San Giovanni. Per questo, quando si strofinano i fiori tra le dita, ne esce un succo rosso fuoco.
In questi ultimi anni, tante persone stanno tornando verso le cure alternative, che è un bene, ma spesso dimenticano che i prati non sono un supermercato gratuito in cui prendere tutto ciò che vogliamo, senza pensare che sono un meraviglioso ecosistema, fatto di esseri viventi che hanno il diritto di essere rispettati. Per questo non mi stancherò mai di consigliarvi di seguire alcune regole basilari.
Tra le prime c’è senz’altro quella di godervi al massimo il momento della raccolta, perché spesso rappresenta una delle poche occasioni per uscire dalla città o dalla routine quotidiana.
Non portatevi quindi dietro i rumori delle notifiche, della musica alta o dei problemi che vi assillano per la testa.
Cercate di essere sicuri di raccogliere ciò che cercate, magari facendovi accompagnare, almeno le prime volte, da una persona esperta, e non prendete tutto quello che trovate, ma solo la quantità necessaria che vi occorre.
Dopo aver ringraziato la pianta, non credo ci sia bisogno di raccomandarvi di non lasciare rifiuti.
Ora, fatta questa piccola parentesi, possiamo tornare alla nostra cara e preziosa erbetta.
Oltre che come porta fortuna, scaccia guai e allontanatrice di energie negative, questa pianta è famosa per le sue proprietà curative sia per via interna che esterna. Presa in capsule o tisana, , ad esempio, aiuta negli stati ansiosi, mentre l’olio in cui viene messa a macerare, è ottimo per tutti i problemi di pelle, dalle scottature alle punture di insetto, dalle ferite aperte alla pelle secca, stando molto attenti a non usarla quando avete intenzione di esporvi al sole.
In ogni caso, raccomando sempre prudenza, perché naturale non vuol dire innocuo e, siccome ognuno di noi è diverso dall’altro, è consigliabile iniziare ad usare un qualsiasi prodotto nuovo con moderazione, per poi aumentare le dosi.
Eccoci giunti anche oggi alla fine di questa rubrica. Se vi è piaciuta, continuate a seguire Radio Creamy.
Ciao a tutti.
P.s. se volete ascoltare la mia voce cliccate su questo link https://www.listennotes.com/podcasts/radio-crimy/pensieri-e-benessere-YRm5JNZahTF/#episode
Se invece volete dare uno sguardo al mio libro questo è il link https://www.amazon.it/s?k=fiabe+sonnacchiose+di+gina+marcantonini&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=3K7YX8MXXDQQW&sprefix=fiabe+sonnachio%2Caps%2C167&ref=nb_sb_ss_sc_1_15
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