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Il leprotto e il fungo magico

Settimo capitolo

In Italiano

e Inglese

Crescere è un mestiere difficile

Growing up is a difficult job

Vagò per un po’ in giro per le colline, poi ebbe una gran sete e si ricordò dell’azzurro funghetto. Così corse a perdifiato, il più velocemente possibile, verso il luogo dove lo aveva incontrato.

Arrivato in riva al placido corso d’acqua, si fermò a osservare per qualche secondo la sua immagine riflessa: stava cercando di capire cosa poteva aver fatto di così sbagliato per indurre la mamma addirittura a non riconoscerlo. Proprio non capiva perché ogni cosa che faceva non andasse mai bene! Eppure cercava di essere ubbidiente e seguire tutti gli insegnamenti degli adulti.

«Non riesci proprio a capire che non è colpa tua, vero?» disse in quel momento la voce del funghetto.

«Hai ragione» ripose il leprotto, poi con aria perentoria: «è invece colpa tua! Se non ti avessi dato retta, ora starei con la mia mamma. Fammi tornare come prima!» gli ordinò.

«Non è difficile» disse l’azzurro compagno senza lasciarsi turbare dall’accusa. «Basta che ti bagni nel ruscello e pensi a come vorresti davvero essere, tuttavia rifletti bene. La scelta stavolta deve scaturire solo ed esclusivamente dai tuoi desideri e non da cosa vorrebbero gli altri che tu fossi.

Valuta bene le conseguenze, perché non avrai altre possibilità. Se torni con il tuo bianco codino, ad esempio, poi dovrai ricominciare a spalmare fango. Inoltre, fino a quando ti potrà servire? Hai sentito cos’ha detto la mamma: appena sarai adulto verrai comunque allontanato. Il mio consiglio, quindi, è di pensare bene prima di prendere una decisione.»

I pensieri nella mente del nostro triste amico iniziarono a girare vorticosamente e un’idea rivoluzionaria prese a nascere:

Davvero poteva essere come voleva.

Iniziò a riflettere su come sarebbe voluto diventare. Se avesse avuto questa possibilità, anche solo il giorno precedente, avrebbe senz’altro scelto che venissero tolti tutti i suoi difetti, ma poi la mamma lo avrebbe accettato o si sarebbe rifiutata di riconoscerlo, com’era successo oggi? A quanto pare una decisione era stata presa alle sue spalle, indipendentemente dal suo impegno.

Iniziò a immaginarsi un leprotto perfetto. I suoi amici erano accettati da tutti e non sarebbero stati cacciati. Ora che ci pensava, però uno aveva un occhio di un altro colore, un altro aveva il naso storto, un terzo aveva un orecchio, che rimaneva sempre piegato.

Perché le loro diversità non comportavano l’espulsione dalla comunità? Ora che ci rifletteva anche il suo papà aveva una zampa di un marrone più scuro di tutto il resto del corpo. Pensò e ripensò a tutte queste cose, a cui non aveva mai dato peso, concentrato com’era, a correggere i propri errori.

Decise che da quel momento in poi, sarebbe stato solo sé stesso. Solo lui poteva decidere come voleva essere.

Pensò al bianco pelo dei conigli e si chiese se loro lo avrebbero mai accettato nel caso fosse diventato uguale, ma non poteva esserne sicuro e non voleva rischiare.

Guardò quanto era bello il cielo e s’immaginò tutto di quel colore, poi guardò un bellissimo papavero e si vide rosso, scartando anche quell’idea.

Osservò e pensò a molte cose che amava, ma erano loro a essere perfette in quel modo, non lui stesso.

Al cucciolo tornarono allora in mente le parole della mamma. Aveva le orecchie piccole, gli occhi grandi e il codino bianco come la neve.

Era unico nel suo genere e così voleva tornare, aveva deciso. Solo che non avrebbe mai più usato il fango. Ormai si piaceva troppo, così com’era, per nascondersi.

S’immerse con decisione nelle dolci fresche acque, rabbrividendo un poco al loro contatto, chiuse gli occhi e si concentrò. Mentre il funghetto osservava compiaciuto il suo amico, avvenne la strabiliante trasformazione. Non aveva più l’aspetto del piagnucoloso cucciolo, che aveva conosciuto solo poche ore prima. Ora era cresciuto, ora la sua mente era libera.

 

He wandered around the hills for a while, then he got very thirsty and remembered the blue mushroom. So he ran at breakneck speed, as fast as he could, towards the place where he had met him.

When he arrived at the bank of the placid stream, he stopped to look at his reflection for a few seconds: he was trying to understand what he could have done so wrong to make his mother not even recognise him. He just didn’t understand why everything he did was never right! Yet he tried to be obedient and follow all adult teachings.

“You just can’t understand that it’s not your fault, can you?” said the mushroom voice at that moment.

“You’re right,” said the hare, then with a peremptory air, “It is your fault! If I had not listened to you, I would now be with my mummy. Make me like before!” he ordered him.

“It is not difficult,” said the blue companion without letting the accusation upset him. “Just bathe yourself in the stream and think about what you would really like to be, however think hard. The choice this time must arise solely and exclusively from your desires and not from what others would like you to be.

Consider the consequences well, because you will have no other options. If you come back with your white tail, for example, then you will have to start slinging mud again. Besides, how long will you need it? You heard what Mum said: as soon as you are an adult you will be removed anyway. My advice, therefore, is to think well before making a decision.”

The thoughts in our sad friend’s mind began to whirl and a revolutionary idea began to take shape:

It really could have been anything he wanted.

He began to think about how he wanted to di- become. If he had had this chance, even just the day before, he would certainly have chosen to have all his faults removed, but then would his mother have accepted him or refused to recognise him, as had happened today? Apparently a decision had been made behind her back, regardless of her commitment.

He began to imagine himself a perfect hare. His friends were accepted by everyone and would not be hunted. Now that he thought about it, however, one had an eye of a different colour, another had a crooked nose, a third had an ear, which always remained bent.

Why didn’t their differences lead to expulsion from the community? Now that he thought about it, his daddy also had a paw that was darker brown than the rest of his body. He thought and thought about all these things, to which he had never given any thought, focused as he was on correcting his own mistakes.

He decided that from then on, he would only be himself. Only he could decide how he wanted to be.

He thought about the white fur of the rabbits and wondered if they would ever accept him if he became the same, but he could not be sure and did not want to risk it.

He looked at how beautiful the sky was and imagined everything in that colour, then looked at a beautiful poppy and saw himself red, discarding even that idea.

He observed and thought about many things he loved, but they were the ones who were perfect in that way, not himself.

The puppy then remembered his mother’s words. He had small ears, big eyes and a snow-white tail.

He was one of a kind and so he wanted to return, he had decided. Only he would never use mud again. By now he liked himself too much, as he was, to hide.

He plunged firmly into the cool fresh waters, shivering a little at their contact, closed his eyes and concentrated. As the mushroom observed his friend smugly, the astonishing transformation took place. He no longer looked like the whimpering puppy he had known only a few hours before. Now he had grown, now his mind was free.

 

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1 commento su “Il leprotto e il fungo magico (cap. 7)”

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