Il leprotto e il fungo magico
Secondo capitolo (in Italiano e Inglese)
Un cucciolo speciale
A special puppy
Un giorno tra le lepri nacque un piccolo alquanto bizzarro: aveva le orecchie più corte dei suoi simili, occhi più grandi, ma soprattutto un buffo codino bianco come la neve. I genitori lo notarono subito, ma erano convinti, che crescendo sarebbe diventato come gli altri. Come poteva essere altrimenti, visto che discendeva da una delle più grandi stirpi di lepri?
Dopo un paio di mesi, invece, alla prima muta di pelo, oltre al codino, erano diventate bianche anche le punte delle zampine e delle orecchie. Il piccolo fu aspramente sgridato dagli adulti e canzonato dai suoi coetanei, che lo chiamavano “mezzo–coniglio”. Al leprotto sarebbe tanto piaciuto esser come gli altri e far felici gli amati genitori, ma davvero non sapeva come fare. Non aveva di certo scelto lui, di nascere diverso.
Un giorno, mentre stava bevendo in riva al ruscello, notò che le sue zampette sporche di terra bagnata, sembravano come quelle dei suoi amici. Così provò a mettere del fango anche sul codino e sulle orecchie, e l’effetto che ne uscì non sembrava tanto brutto: guardò il suo riflesso nello specchio d’acqua e ne rimase soddisfatto, così decise che da quel momento in poi quello sarebbe stato il suo aspetto.
Anche i genitori approvarono quella scelta, e ogni volta che il fango si toglieva, tornava a rimetterlo.
Le settimane passarono e le altre lepri in parte avevano accettato quel suo giornaliero andirivieni dal ruscello. Tutti, tranne i figli della lepre abitante nella tana vicina, che continuavano a prenderlo in giro.
Dicevano che anche se lo copriva, il bianco rimaneva e lui invece di un mezzo–coniglio ora era una lepre imbrogliona. La mamma, però, l’aveva convinto a non dar loro importanza, visto che tutti gli altri della comunità lo avevano accettato.
One day a rather bizarre baby was born among the hares: he had shorter ears than his peers, bigger eyes, but above all a funny little snow-white tail. The parents noticed him immediately, but were convinced that he would grow up to be like the others. How could it be otherwise, since he was descended from one of the greatest hare bloodlines?
After a couple of months, however, the tips of his little legs and ears had turned white in addition to his tail. The little one was harshly scolded by the adults and teased by his peers, who called him ‘half-rabbit’. The hare would have loved to be like the others and make his beloved parents happy, but he really did not know how. He had certainly not chosen to be born different.
One day, while he was drinking at the bank of the stream, he noticed that his muddy little paws looked like those of his friends. So he tried putting mud on his tail and ears as well, and the effect that came out did not look so bad: he looked at his reflection in the mirror of water and was pleased with it, so he decided that from then on that would be his appearance.
The parents also approved of that choice, and every time the mud came off, he put it back on.
Weeks passed and the other hares had partly accepted his daily comings and goings from the creek. All except the children of the hare living in the neighbouring burrow, who continued to tease him.
They said that even if he covered it, the white remained and he instead of a half-rabbit was now a cheating hare. His mother, however, had convinced him not to give them any importance, since everyone else in the community had accepted him.