Il leprotto e il fungo magico
Capitolo 1 (in Italiano e Inglese)
La valle delle
orecchie lunghe
The valley of
the long ears
C’era una volta in un luogo lontano, un paese abitato soprattutto da lepri e conigli.
Era un posto bellissimo: il panorama era formato da un’infinita distesa di verdi colline fiorite attraversate da un allegro ruscello dalle fresche acque cristalline.
Qua e là, boschetti di betulle e arbusti di vario tipo, adornavano il paesaggio come aiuole in un giardino ottocentesco.
Una corolla di aguzze montagne innevate faceva da cornice a questo già ineguagliabile spettacolo della natura.
Le due razze di roditori erano molto simili, ma discutevano ugualmente molto spesso. Ognuna di loro considerava le proprie caratteristiche fisiche, sempre migliori di quelle dell’altra per sopravvivere.
Entrambe litigavano, ad esempio, per la lunghezza delle orecchie. Le lepri sostenevano che avere orecchie così grandi faceva sentire loro in anticipo i predatori. I conigli, al contrario, affermavano che con orecchie più piccole potevano nascondersi più facilmente.
Lungo le due rive del ruscello che divideva il territorio come fosse un muro invalicabile, discussioni di questo genere erano all’ordine del giorno. Sembrava quasi esser diventato il loro passatempo preferito.
Un altro argomento che li infervorava era il colore del pelo. I conigli sostenevano che il bianco abbagliasse i predatori, poco prima della cattura, facendogli mancare la presa, mentre le lepri dicevano che con il loro marroncino evitavano del tutto il pericolo, diventando invisibili tra gli arbusti.
Once upon a time in a faraway place, there was a country inhabited mainly by hares and rabbits.
It was a beautiful place: the landscape consisted of an endless expanse of green flowering hills crossed by a cheerful stream with fresh crystal-clear water.
Here and there, birch groves and shrubs of various types adorned the landscape like flower beds in a 19th-century garden.
A corolla of snow-capped mountains framed this already unparalleled spectacle of nature.
The two rodent breeds were very similar, but they argued very often. Each considered its own physical characteristics to be better than the other’s in order to survive.
Both quarrelled, for example, over the length of their ears. Hares claimed that having such large ears made them feel predators ahead of them. Rabbits, on the other hand, claimed that with smaller ears they could hide more easily.
Along the two banks of the stream that divided the territory like an impassable wall, discussions of this kind were the order of the day. It almost seemed to have become their favourite pastime.
Another argument that infuriated them was the colour of their fur. Rabbits claimed that the white dazzled predators just before capture, causing them to miss, while hares said that with their brown they avoided danger altogether, becoming invisible among the shrubs.
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Bellissimo articolo