Il leprotto e il fungo magico
Quarto capitolo
In Italiano
e Inglese
Punti di vista
Viewpoints
«Sono tutto sbagliato» iniziò a piagnucolare continuando a stendere il fango sul codino, che però si scioglieva con le lacrime e il leprotto ne prendeva altro, ricominciando a metterlo.
«Pensi così di risolvere i tuoi problemi?» rispose il funghetto continuando a chiedere, «piangendo e facendo finta che non esistano?»
«Cosa ne sai tu?» rispose il cucciolo. «Sono nato sbagliato e devo cercare il modo di riparare ai miei errori».
«Davvero pensi che essere diversi sia una colpa?» aggiunse l’azzurro compagno di chiacchiera.
«Se solo io sono così, non possono di certo essere gli altri a sbagliare» rispose convinto l’orecchiuto animaletto.
«Sono solo punti di vista», affermò il fungo con sicurezza. Il leprotto lo guardò di traverso con aria interrogativa.
«Ti ricordi quando eri molto piccolo e ti sei addormentato nel boschetto facendo morire di paura i tuoi genitori che non ti trovavano più?».
«Certo che lo ricordo» rispose il nostro amico dagli occhi ancora piangenti. «Il mio papà mi sgridò di brutto dicendomi che non potevo dormire dove volevo».
«Ricordi anche che ti trovò grazie al bianco codino? Non pensi a quanta ansia ha evitato alla mamma quel tuo grave difetto?».
«Il papà disse che ero stato molto fortunato che un predatore non mi avesse trovato, perché il mio pelo si vedeva da lontano».
«Come ti avrebbe visto tuo padre, se non avessi avuto quella tua particolarità? Forse un predatore ci avrebbe messo di più a trovarti senza il candido codino, ma con il suo potente fiuto, non credere che non ne sarebbe stato ugualmente capace. In quel caso, essere diversi, è stata la tua salvezza, non credi?».
Al leprotto non era mai venuto in mente di vedere quella storia da quel punto di vista. Forse, ora si stava instillando nella sua testolina la rivoluzionaria idea, che qualcosa di sbagliato ci fosse sul serio, ma non in se stesso.
Potrebbe essere possibile, che invece davvero fossero gli altri a non rendersi conto, che essere differenti, a volte, può significare essere speciali, invece di sbagliati?
Questa riflessione lo sfiorò solo per un attimo, poi ripensò agli insegnamenti dei suoi genitori: loro non potevano sbagliare, gli volevano bene e tutto quello che finora gli avevano detto, ripetuto e insegnato, doveva per forza essere giusto.
Così ricomincio con più decisione a spalmare il fango, riuscendoci molto bene, visto che ormai le lacrime non scendevano più.
“I’m all wrong,” he started whimpering as he continued to spread the mud on his pigtail, which dissolved with the tears and the hare took more, starting to put it on again.
“You think that’s how you solve your problems?” replied the little mushroom, continuing to ask, “by crying and pretending they don’t exist?”
“What do you know about it?” replied the puppy. “I was born wrong and I must look for ways to rectify my mistakes.”
“Do you really think that being different is a fault?” added the blue chat partner.
“If only I am like that, it certainly can’t be the others who are wrong,” replied the eared pet with conviction.
“These are just points of view,” said the mushroom confidently. The hare looked at him sideways questioningly.
“Do you remember when you were very small and you fell asleep in the grove, scaring your parents who could no longer find you?”
“Of course I remember,” replied our still teary-eyed friend. “My daddy yelled at me hard, telling me I couldn’t sleep where I wanted to.”
“Do you also remember that he found you because of the white tail? Don’t you think how much anxiety that serious defect of yours prevented Mum?”
“Dad said I was very lucky that a predator hadn’t found me, because my fur could be seen from afar”.
“How would your father have seen you if you had not had that peculiarity of yours? Perhaps a predator would have taken longer to find you without the white tail, but with his powerful sense of smell, don’t think he wouldn’t have been equally capable. In that case, being different was your salvation, don’t you think?”
It had never occurred to the hare to see the story from that point of view. Perhaps, now the revolutionary idea was being instilled in his little head, that something was seriously wrong, but not in himself.
Could it be possible, that it really was others who did not realise, that being different can sometimes mean being special, instead of wrong?
This thought occurred to him only for a moment, then he thought back to the teachings of his parents: they could do no wrong, they loved him and everything they had told him, repeated and taught him so far, had to be right.
So he began to smear the mud more resolutely, succeeding very well, as by now the tears were no longer flowing.