Benvenuto nel mio blog.
Oggi per prima cosa devo chiederti un favore. Posso?
Bene, grazie.
Potresti smettere un attimo di leggermi e fare una piccola pausa? Guardati intorno e osserva attentamente il luogo che ti circonda.
Molto probabilmente lo conosci a memoria ma, per quanto ne sia convinto, è probabile che ci sia almeno un particolare che ti sia sfuggito: un oggetto, una sfumatura di colore o una proporzione, il tono di luce a quell’ora.
Osserva ora, per cortesia, la forma di ciò che hai intorno a te. Il tuo cellulare, ad esempio, è quasi sicuramente un rettangolo, così come anche il piano del tavolo. La sedia è formata da quadrati? La finestra è tonda?
Ti aspetto qui, non scappo, te lo prometto.
Hai fatto?
Bene, possiamo andare avanti.
Forse avrai notato che davvero tutto ciò che abbiamo attorno, si può semplificare in forme geometriche. Lo so, ce l’hanno insegnato a scuola, ma a volte anch’io rifaccio questo esercizio perché mi rendo conto che viviamo in una società frenetica dove il tempo corre sempre veloce tra mille bip e distrazioni, e di solito sacrifichiamo immancabilmente quello che, tra l’altro preziosissimo, dovremmo usare per riflettere e pensare.
Per questo è importantissimo ogni tanto, durante il giorno, fermarsi anche solo un minuto a osservare una cosa qualsiasi: il vagone del treno dove viaggiamo, la finestra del palazzo di fronte, le targhe delle auto in fila nel traffico.
Questo esercizio potrebbe ad esempio farci notare che viviamo in un mondo formato interamente da simboli. Dalla parola alla musica, dalla geometria alla vita stessa, tutto l’universo è un susseguirsi infinito di rappresentazioni che possono trasformarsi una nell’altra. Pensate alla musica ad esempio: non è matematica mutata in suoni? E la Natura, non è forse un susseguirsi di figure geometriche perfette in cui si ripete la sezione aurea all’infinito?
Questo genere umano si è come alienato dal mondo che lo circonda, sentendosi al di sopra e al di fuori di tutto, senza rendersi conto che non può esimersi in ogni caso dal farne parte. Qualsiasi cosa esso farà al Cosmo, si rifletterà immancabilmente su se stesso.
Tanto per cominciare, l’Universo stesso è profondamente predatorio, proprio come noi. Questa ovviamente non è una scusa per distruggerlo, ma torniamo a noi e lasciati guidare dalle mie giravolte riflessive.
Proprio come il Cosmo, anche noi usiamo da sempre i simboli per rappresentare la realtà che percepiamo con i nostri limitati sensi. È come fare il riassunto più breve della storia. Vi immaginate, ad esempio, se invece del si dovesse sostituire con tutto ciò che c’è dietro? Inoltre, la maggior parte dei simboli sono ormai conosciuti in tutto il pianeta, eliminando anche le barriere linguistiche.
Immaginate di andare in un paese estero senza conoscerne la lingua. Come potrete farvi capire? Logicamente è auspicabile che prima di un qualsiasi viaggio si conoscano i modi per comunicare, e la lingua è quello che il genere umano ha imparato a usare probabilmente meglio di qualunque altro animale, ma esiste anche il linguaggio non verbale fatto di movimenti che tutti riconoscono indipendentemente dal luogo in cui si vive. Pensate al sorriso o al recente Ok.
È molto comodo, quindi, per farci capire al volo dagli altri, che è poi, la comunicazione, uno dei bisogni primari di ogni essere vivente, che sia esso animale, vegetale, o un misto di questi mondi.
Ciò che invece ci danneggia molto è l’aver dimenticato il significato più profondo e antico della maggior parte dei simboli. Motivo per cui ad alcune organizzazioni non è stato difficile usarli a loro piacimento, permettendosi anche di modificarli graficamente, dandogli quindi prerogative nuove.
Ne è un classico esempio la tristemente famosa Svastica, che nell’origine antichissima aveva un significato nettamente positivo.
Molti studiosi credono che nasca dal culto indiano del sole e aveva i connotati di un potente simbolo portatore di fortuna, pace e benessere. Questo finché fu trasmutato nel simbolo di vero terrore che tuttora suscita nella memoria comune.
A me ricorda molto una doppia Runa Sol dell’antico Futhark.
Sono sicura che tutti conoscete l’immagine a destra, per cui non c’è bisogno di spiegazioni, mentre saranno in pochi a sapere cos’è il simbolo di quella a sinistra. Per chi non lo sapesse, le Rune sono un antichissimo alfabeto usato, in diverse versioni da svariati popoli europei, sia per semplici fini di comunicazione scritta, sia in campo esoterico per fare talismani, portafortuna, ecc.
Di esempi come questo ce ne sono a migliaia in giro per il mondo. Pensate ad esempio alla somiglianza tra i vari loghi usati da molte società, social network e App con quelli massonici, che loro stessi hanno spesso ripreso da simboli ancora più antichi contorcendone scopo e significato.
È questo il caso della stella a cinque punte.
Usata dal partito comunista, a indicare le dita della mano del lavoratore e i continenti, e dai massoni come simbolo dell’uomo che è il tema centrale della setta, ma che ha un’origine ben più antica.
Legato alla dea Venere, e al pianeta che la rappresenta, che percorre visto dalla terra un tragitto con quella forma, il Pentacolo simboleggia i 5 elementi naturali Terra, Aria, Acqua, Fuoco e Spirito, condensando e rappresentando tutte le forze dell’Universo.
Potrei continuare, ma lo scopo di questo mio articolo non è fare un elenco con le spiegazioni di tutti i simboli che conosco. Se ho acceso la vostra curiosità, sul web ci sono diversi testi fatti molto bene. Basta che scriviate nella lentina di Google “Simboli esoterici” o “siamo circondati da simboli” o “simboli massonici”, ecc.
Se poi vogliamo dirla tutta, anche le varie lingue del mondo, fatte come sono da segni e suoni, sono formate da convenzioni, accordi orali, per cui gli si attribuisce un certo significato.
Per come la vedo io, dietro ai simboli, c’è però molto di più dei significati che gli sono attribuiti. C’è il motivo per cui sono stati accettati e assimilati da così tanta gente. C’è la storia e i bisogni di chi li ha inventati e di tutti i popoli che li hanno usati, modificati, assorbiti e re-inventati, c’è l’intento di chi per primo li ha tracciati.
In pratica c’è energia. Perché di questo si tratta: di tutta l’energia che è stata usata e veicolata tramite quel tipo di linguaggio. Sto cercando di farvi riflettere sul fatto che, volenti o nolenti, anche se in modo infinitesimale, ve ne rimane sempre una traccia.
Per questo si dovrebbe fare molta attenzione a ciò che facciamo entrare e uscire dal nostro cervello, dalla nostra bocca, dal nostro corpo, dalla nostra casa ecc.
Questa energia in qualche modo, per quanto poca possa essere, influisce sugli utilizzatori successivi e, per quanto possa sembrare assurdo, in modo sottile anche su quelli precedenti. Questo è uno dei motivi per cui ogni oggetto che ci arriva in qualsiasi voglia modo, va lavato, purificato, pulito in qualche modo, che sia esso esoterico o pratico. L’importante è l’intento anche in questo caso.
In breve TUTTO È ENERGIA, ed essendo per questo universalmente collegato, chi ne ha la consapevolezza dovrebbe sentire anche la responsabilità del fatto che ogni propria piccola azione può influire in modi che solo recentemente anche la scienza ufficiale sta riscoprendo, e che per questo dovrebbe metterci molta più attenzione di quanto abbia mai fatto finora.
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Ottime riflessioni!
Grazie Lidia.